La fotografia coglie l’attimo ma anche lo trasforma. Impressioni, ricordi, luoghi, emozioni. Questo emerge dall’opera di Daniela Corsini, artista di GreenheArt.
A che punto ti senti di essere nel tuo percorso di “viaggio” nell’arte?
Ho intrapreso questo mio “viaggio” ormai quindici anni fa, e di esso apprezzo i momenti trascorsi, le tappe dalle quali ho transitato, i volti che ho incontrato nel cammino e le molte emozioni che ho sperimentato nel corso di questo periodo. E mi sento in costante divenire, con la voglia di sperimentare nuove possibilità e modalità di lettura dei soggetti.
Quale è il tuo contrassegno stilistico?
Il passaggio dallo stimolo creativo alla concretizzazione dell’opera è un processo spontaneo, e mi sarebbe difficile mantenermi all’interno di un percorso dato… tuttavia, credo che un elemento essenziale e costante del mio lavoro sia la confermata leggibilità del soggetto, anche se interpretato ed offerto alla visuale “filtrato” attraverso i miei vissuti.
Che tipo di ricerca svolgi?
Esistono molteplici prospettive dalle quali considerare quanto abbiamo intorno a noi: cerco di dare corpo e spazio a queste visuali, di cogliere l’inatteso, di accogliere l’improbabile e trasformarlo in una possibilità.
I tuoi autori di riferimento
Trovo stimolante osservare la vasta opera creativa dell’Uomo, e soffermandomi su alcuni autori inevitabilmente ne lascerei fuori altri… Comunque, tre grandi “passioni” irrinunciabili: Giotto, Caravaggio, Dalì.
Il primo ricordo che ti unisce all’arte?
Mi rivedo bambina, a sfogliare gli album di fotografie di famiglia…
Una traccia della tua esperienza Greenheart
Trovo davvero calzante la definizione “spazio emozionale” per GreenheArt, è un luogo dove la bellezza che la flora ci offre si unisce in modo ideale a ciò che arte e cultura trasmettono… da non perdere! Valore aggiunto, per me è stata anche piacevole occasione per la nascita di nuove amicizie.
Quando lavori sulle tue opere, che musica – se la ascolti – ti piace ascoltare? O quale altre piccole abitudini persegui?
La musica è componente essenziale nella mia vita, e talvolta mi accompagna mentre lavoro: anche in questo caso non desidero contenere le mie scelte – quindi musica sinfonica, jazz, rock, melodica… secondo l’ispirazione del momento. Anche il cinema è talvolta piacevole compagno di lavoro, insieme… al più totale silenzio!
Secondo te, in che modo la pratica, ma anche solo la frequentazione dell’arte può aiutare a migliorare le nostre vite?
A mio avviso, la frequentazione dell’arte può agire da catalizzatore di emozioni e sentimenti, offrendo anche spunto di riflessione, non solo su quanto ci circonda ma anche su noi stessi. Quando dalla frequentazione si passi alla pratica, le possibilità che questo avvenga aumentano.